mercoledì 30 dicembre 2009

Viaggiare nel tempo


Siamo alle porte di un Nuovo Anno ... dovrei essere felice, ma invece mi viene da guardarmi indietro con u po' di nostalgia!
Passa il tempo, i miei bimbi crescono, non riesco più a portarli in collo, Eva è quasi una "donnina" e ogni momento che passa accentua sempre più la sua innata indipendenza, Alberto pur essendo sempre tanto "mammone" sta crescendo e non riesce più ad addormentarsi fra le mie braccia ... quanto mi piaceva sentire il suo cuore che batteva col mio!
Questo trascorrere del tempo a cui non posso ribellarmi, fa riaffiorare puntalmente i vuoti che mi ha lasciato Elia ... si accentua la curiosità di sapere come sarebbe stato, che carattere avrebbe avuto, a chi sarebbe assomigliato .. Il suo visetto nella mia mente è sempre più offuscato e questo certo non aiuta.

Sono una "mamma speciale" da poco più di 5 anni e questo trascorrere del tempo in qualche modo ha fatto prendere un colore diverso al dolore, ma non lo ha attenuato!! Non parlo di rassegnazione perché so che non mi rassegnerò mai ad aver perso il mio bambino .. anzi!
Credo però che il tempo mi abbia aiutata a ponderare il dolore, cioè a trovare una ragione in quel che è successo dandomi la forza di guardare al futuro con serenità, capendo il motivo di quel passaggio così breve ma intenso del mio Elia ... nella grande eredità che mi ha lasciato ... ovvero, imparare ad AMARE e a VIVERE così intensamente come se niente fosse scontato, così profondamente da far scoppiare il cuore!
Forse è proprio davanti alla perdita del proprio figlio che si ferma il tempo, è l'unico ostacolo al suo scorrere perché comunque sia per quanti anni, secoli possano passare, quel dolore, quei ricordi, quelle passioni e quei sentimenti restano accesi come se fossero vissuti per la prima volta, ogni giorno, ogni istante della mia vita!
Eva e Alberto cresceranno e prenderanno le loro strade, ma Elia no ... lo porterò sempre con me, in ogni battito del mio cuore e lui invecchierà con me ... il nostro legame sarà inscindibile ... oltre ogni condizioni temporale, oltre ogni scelta di vita, oltre a tutto!
Grazie amore mio per essere MIO!!!

mercoledì 9 dicembre 2009

Il valore delle donne ... dal punto di vista di Eva!


Alta considerazione di Eva, durante una conversazione a tavola: " ... ho capito come mai qui comandano le donne, perché l'Italia ha il tacco e i tacchi li portano solo le donne!!!!" :-D
Aggiungiamo: "... ecco allora perchè Silvio porta i tacchi!!!"

martedì 1 dicembre 2009

"Fiorentini si cresce"


Con questo post voglio solo mettere a conoscenza dell'esistenza dio questo nuovo portale ... una bella iniziativa in soccorso ai noi genitori di Firenze, che molto spesso il fine settimana non sappiamo dove andare e come fare per domare le nostre belvette!!!

domenica 29 novembre 2009

Doppia faccia



In questo periodo sono un po' latitante, non mi capita spesso ma in genere quando mi succede, sono in fase "pensante"!
Non riesco a riflettere ogni giorno (o quasi) il mio status, per cui il mio scrivere all'interno di queste pagine è sempre frutto di un'esigenza che va la di là della quotidianità; nemmeno da piccola riuscivo a tenere il diario segreto! Nonostante il mio apparente essere estroversa, in realtà nascondo qualcosa di ambiguo o meglio ... ci sono miei intimi stati emotivi che non amo far conoscere, perché sono miei e basta e a volte devo avere il tempo per elaborarli e a volte passano mesi se non anni!
Ad esempio, il mio "libro" ne è la testimonianza ... da quasi ormai 2 anni e mezzo ho scritto una serie di memorie legate alla perdita di Elia, alla mia crescita interna che è avvenuta in seguito a quell'avvenimento, agli eventi a cui sono andata incontro, agli stati d'animo, a volte terribili a volte bellissimi e così la nascita di Alberto, la crescita di Eva, il rapporto fra me e Giampiero .. ma tutto questo è lì, sempre lì! A volte ci passo le ore a scriverci, a volte sto mesi senza aprire quel file .. nell'incertezza o forse certezza che tutto resterà così ... la mia "opera" incompiuta!
A momenti vorrei che gli altri sapessero, in altri determinati momenti prefererei che gli altri solo sospettasero, in altri momenti ancora che proprio ignorassero!
Così quasi incomprensibile la mia scelta del tatuaggio della farfalla le cui ali incorniciano il nome di Elia ... c'è anche chi mi ha chiesto come mai avessi tatuato le iniziali di Eva e Alberto ma ancora non avessi nessun riferimento al mio Elia!!! Effettivamente per chi ignora è vero ... non torna!! E invece torna ... ho fatto il tatuaggio in un posto ben visibile, sotto il polso sinistro (la parte del cuore) ... una forzatura dato che dovevo trovare una parte del mio corpo priva di nei!!! Quindi ... ben esposta ... e come avrei reagito se qualcuno mi avesse chiesto: Chi è Elia? ..
Qualche tempo fa mi sarei chiusa a riccio e sarei scappata farfugliando e con un bel groppo in gola .. oggi invece lo guarderei dritto negli occhi, ringraziandolo della domanda perché mi darebbe l'opportunità di parlare di lui e di far quindi sapere della sua esistenza e forse anche di far capire come e chi è la Laura di oggi!
Libro e tatuaggio rappresentano forse la mia più spiccata incoerenza emotiva: da una parte il libro dal quale scaturisce, dalla A alla Z, la vita della Laura e del suo bambino prima, la vita della Laura durante e infine la vita della Laura, della sua famiglia e del suo bambino ... dopo, senza lasciare spazio all'immaginazione ma sviscerando in maniera quasi sfacciata tutti i miei status emotivi ... ma tutto tenuto molto riservato, quasi nascosto ... oserei dire inaccessibile se non agli occhi di Giampiero che so, che per sua natura, non andrebbe mai a leggere! ... questa forse è la parte di me stessa che non amo (e non voglio per ora) far conoscere a tutti, quella che si radica nel profondo, che ha un posto esclusivo nel mio cuore, accessibile solo ai prediletti ... è un po' il volto che piange!
Dall'altra parte il tatuaggio che in modo così discreto, quasi timido, ma efficace e diretto, mostra e dimostra l'importanza di Elia nella mia vita ... tale da renderlo visibile agli occhi di tutti anche degli estranei e dei più curiosi!! ... questa invece è la parte di me stessa che vuol far conoscere o solo far trapelare, ma comunque far sapere di lui ... anche se in modo parziale non cogliendo gli aspetti più viscerali del nostro unico ed esclusivo rapporto ... questo invece è il volto che ride!
In mezzo a tutto questo si colloca il blog che rappresenta la mia realtà, ma non la quotidianità ... in cui racconto solo quello che mi pare e quando mi pare ed al quale ho deciso di porre il vincolo ai commenti, lasciando spazio solo a coloro che veramente sentono di rendersi partecipi a me stessa ... a scapito di quegli "anonimi" che entrano nella mia vita, quasi prendendosene gioco!

Così si alternano ultimamente le mie giornate .. a volte rido e a volte piango!!!

giovedì 19 novembre 2009

Bola Messicana

La mia instancabile voglia di maternità, mi porta ad incuriosirmi su tutti gli aspetti che la riguardano e così navigando in qua e in là, qualche tempo fa sono venuta a conoscenza dell'esistenza della c.d. "bola messicana" o "chiama Angeli".







E' un sonaglino di origini messicane (in Messico è chiamata Bolita Llama Angeles, pallina chiama Angeli, perché si crede che il proprio angelo custode senta il suono e rimanga quindi sempre vicino per proteggerci).
E' di forma sferica, dal suono magico che aiuta le donne a vivere la gravidanza in modo sereno e prepara ad un parto piacevole.
La futura mamma, portando la bolita all'altezza dell'ombelico, rende familiare questa melodia al suo bimbo e lo tranquillizza. Infatti, al suo interno è saldato un piccolo xilofono sul quale danza una piccola sfera d'argento, creando una melodia incantevole tutte le volte che la futura mamma cammina o si muove. Questo suono speciale non solo ha proprietà rilassanti ma aiuta anche il bimbo a riconoscere quando la mamma è sveglia e quando dorme, insegnandogli così a capire i ritmi che dovrà seguire una volta venuto al mondo (e questo mi sembra importantissimo, si potrebbe così avviare a tante notti in bianco!!).
Se almeno l'avessi scoperto 4 anni fa quando ero in attesa di Alberto ... mi sarei cosparsa di bole, mi avrebbero sentito davvero anche dal Messico!!
E così adesso penserò a questo sonaglino come un regalo per le mie amiche mamme "speciali", che stanno affrontando la loro gravidanza con tanto coraggio ma anche con tanta paura ... affinché il loro Angelo custode sia sempre vigile e possa rilasciare loro un po' di serenità !!

mercoledì 28 ottobre 2009

"UP"


Domenica siamo riusciti ad andare al cinema a vedere "UP"!!!

Bellissimo e divertentissimo: il cartone tratta la storia di un vecchietto un po' scorbutico Carl Fredricksen che rimasto solo dopo la morte della cara Elly, invece di andare in una casa di riposo decide a tutti i costi di realizzare il grande desiderio suo e della moglie: fare un viaggio alle Cascate del Paradiso.
Il mezzo insolito con cui intraprende questa avventura è la sua casa fatta diventare un mongolfiera grazie a centinaia di palloncini colorati che la fanno volare verso la sua meta. Il caso vuole che il vecchietto non sia solo ma che assieme a lui ci sia Russell, uno boy scout di 8 anni chiacchierone e curioso; i due si imbatteranno in incontri straordinari come quello con un rarissimo e goloso uccello di nome Kevin, con Dug un cane parlante e con un esploratore psicopatico.


Un film veramente per tutti ... o quasi!! Alberto, il solito cuor di leone, durante le scene un po' più movimentate ha iniziato ad arrampicarsi sul seggiolino del cinema come uno scoiattolo, urlando ... voglio andare a casa, voglio andare a casa!! :-)))

lunedì 26 ottobre 2009

LA GIORNATA DEL RICORDO

Non avevo avuto ancora il tempo di dedicare un post alla giornata del ricordo .. il mio blog taceva, ma il mio salotto era illuminato dalla Candelina per il mio Elia, piccolo amore mio ... una candelina speciale, fatta e pensata apposta per te da Alexandra, una mamma di "Genitori di una stella" (http://digilander.libero.it/genitoridiunastella/giornata_del_ricordo.htm) ... che ha brillato insieme alle altre nell'incontro del 10 ottobre a Roatto e che è poi arrivata a me con tanto amore!!

E così quella sera, l'entusiasmo nell'accendere e contemplare quella candelina è stato così forte che Alberto, ha iniziato a cantare: "TANTI GURI AD ALIA, TANTI GURI AD ALIA!" :-))


mercoledì 30 settembre 2009

..sognare!!

E’ da moltissimo tempo che non mi dedico al mio blog … troppo tempo!
Non c’è una ragione in particolare per cui non l’ho fatto e non mi attacco nemmeno alla scusa del “Non ho avuto tempo!” … credo che sia dipeso da un mio status di confusione generale; cerco sempre di vivere la mia vita nel modo più appassionato possibile e a volte questo mio immergermi mi “distrae” un po’. Ho trascorso queste settimane nel silenzio, guardandomi intorno, costretta ad essere travolta da eventi inaspettati, a volte positivi a volte tragici; mi sono scontrata con persone deludenti, mi sono incontrata con persone speciali; ho cercato di collimare la mia figura materna con quella di compagna di vita e con quella del lavoro … a volte ci sono riuscita, a volte sono inciampata clamorosamente, fino a crollare rovinosamente sul cuscino!
Ho avuto insomma un corpo, ma soprattutto una mente impegnata; Pierino mi rimprovera sempre del mio essere troppo pensante e forse è vero perché il non rilassarsi mai davanti alla vita ma l’essere sempre una macchina in movimento, in qualche modo mi logora, mi usura ma dall’altro lato mi dà tante opportunità e quella più grande è quella di saper sognare! Forse è proprio qui il mio vivere appassionatamente.

Sono convinta che avere la capacità di andare oltre può in qualche modo migliorare la vita, forse rischio di rimanerci male quando non riesco a stringere niente fra le mie mani, ma l’aver sognato in qualche modo mi proietta verso quella conoscenza profonda di me stessa che mi rende serena, positiva.

Sognerò ancora e ancora, perché i sogni non si smette mai di rincorrerli e anche quando non avrò più il fiato di farlo uno sempre resterà vivo: incontrare il mio angioletto capelluto, con il nasino arricciato all’insù!

venerdì 24 luglio 2009

Contro la legge del "murare a secco" :-)

Da brava fiorentina, amante del lampredotto, non posso non approvare il nuovo mitico Sindaco Matteo Renzi.
Articolo di Marco Gasparetti pubblicato sul Corriere della Sera del 24 luglio.

Il «disubbidien­te appuntamento» è stato fis­sato dal sindaco per la matti­na di mercoledì prossimo a Fi­renze. Data fatidica per i trip­pai della città che, con l’entra­ta in vigore della legge comu­nitaria sui «danni da alcol», non potranno più vendere i lo­ro panini accompagnati dal classico «gottino», un bicchie­re di buon vino rosso, meglio se Chianti, annaffia frattaglie. Divieto assoluto anche per i venditori di « lampredotto», un particolare tipo di trippa, costretti anch’essi a porgere al cliente alieni bicchieri di co­ca cola, aranciata o acqua mi­nerale. Un orrore per i fiorenti­ni. Sindaco MatteoRenzi in testa che, con tutta la giunta, ha annunciato il «disub­bidiente appuntamen­to» ovvero un clamo­roso atto di disobbe­dienza civile e subito dopo ha dato incarico ai suoi funzionari di studiare un’ordinan­za che vieti il divieto e blocchi «d’indecente censura».«La mattina di mer­coledì andrò da un trippaio della città - promette il sindaco - farò colazione con un panino con il lam­predotto e berrò un bicchiere di vino. Poi chiamerò a raccolta tutti i miei assessori e dirò lo­ro: mangiate e bevete».Ubbidiranno? «Certo che sì - risponde Renzi - perché non esiste fiorentino capace di sopportare il divieto a non deliziarsi, se lo vuole, con il lampredotto e il gottino. Que­sta legge è una vergogna è va assolutamente abolita. E se c’è qualche assessore che la penserà diversamente, beva pure la coca cola ed esca dalla giunta».Renzi sorride. Ma dietro quell’ironia da toscanaccio ir­refrenabile e da sindaco defi­nito dal Time l’Obama italia­no, si nasconde una determi­nazione quasi rabbiosa Rac­conta Renzi di aver passato parte della giornata a leggere e a rispondere a centinaia di messaggi su Facebook.«Cittadini incavolati come bestie. Mi hanno scritto di fer­mare quei grulli che vogliono la coca cola al posto del vino, di non far deturpare una tradi­zione che è anche un pezzo di storia di questa città. E io ho detto loro che possono contar­ci, che pure io sono imbufali­to e che non accadrà mai di poter azzannare la trippa a secco o ad acqua».Non è solo una battaglia per il gusto e i piatti tipici. Se­condo Renzi c’è anche un aspetto sociale. I chioschi dei trippai a Firenze sono un’isti­tuzione sociale. La bancarella è un presidio, in alcuni quar­tieri, dove la gente si ritrova, come nei circoli Arci o nelle case del popolo. E non è un ca­so che in uno dei manifesti elettorali del sindaco, ci fosse la foto di uno dei trippai più famosi della città, quello di Sant’Ambrogio.«Uno dei miei nonni, Ado­ne, vendeva i maiali in Valdar­no - continua Renzi - e co­nosceva tutti i chioschetti fio­rentini. Mi ci portava spesso. E da allora non ho più smes­so, di volta in volta, di man­giare trippa e gottino. Non sa­rà una stupida legge burocra­tica e senza senso a fare cam­biare abitudini a me e ai miei concittadini».Così da Palazzo Vecchio, no­vello Savonarola, il sindaco annuncia: «Io scendo in piaz­za e sfido la legge maldestra e con me la giunta. Però sono convinto che, quando mi guarderò alle spalle, non tro­verò multe e censori, ma tanti amici con il panino e il bic­chiere di vino. Tutti a brinda­re e a gridare, viva Firenze, vi­va il vino, viva la trippa e il lampredotto».


domenica 28 giugno 2009

Il Re del Pop

Uno dei miei video preferiti!!


LO SPETTACOLO!!

venerdì 12 giugno 2009

Petizione per applicare le norme per la sepoltura in caso di morte prenatale



Applicare le norme per la sepoltura in caso di morte prenatale.
Chiediamo al Ministro della Salute che siano rispettate le leggi vigenti in Italia relative alla possibilità di sepoltura in caso di morte prenatale
Positions:
il percorso genitoriale è irreversibile, una volta che si instaura non è possibile regredire ad uno stato psichico di non-genitorialità
se con l’evento morte si spezza il legame fisico con quel bambino, non si dissolve il legame psichico costruito con il figlio
il rito funebre e la sepoltura assumono una valenza centrale nel processo di elaborazione del lutto
esistono in Italia numerose situazioni di disinformazione, ignoranza ed inosservanza delle leggi sulla sepoltura
chiediamo che ai genitori che perdono un figlio siano SEMPRE date le informazioni necessarie per procedere alla sepoltura
Le Associazioni CiaoLapo Onlus e La Quercia Millenaria Onlus con la collaborazione della Associazione Come-Te , hanno elaborato un documento da inviare al Ministro della Salute sull'importanza di far rispettare le leggi italiane sulla sepoltura dei bambini morti in utero a qualsiasi età gestazionale. I genitori, al momento della diagnosi di morte o nel post parto, sono talmente scioccati che spesso non riescono a pensare alla possibilità di dare sepoltura al loro figlio . Possono occorrere settimane, per realizzare che la gravidanza si è interrotta e il bambino è morto, quindi è del tutto naturale che il genitore, nei primi giorni, non pensi al funerale e neanche alle sue intenzioni in merito. In Italia esiste da quasi 30 anni una legge che stabilisce secondo precise normative il diritto alla sepoltura di tutti i bimbi morti in utero , anche se piccolissimi. Questa legge è spesso misconosciuta, spesso ignorata, e scarsamente applicata dai punti nascita Italiani. Noi chiediamo che ai genitori che perdono un figlio siano SEMPRE date le informazioni necessarie per procedere alla sepoltura , da effettuare secondo le modalità ed i riti che essi vorranno decidere, a carattere religioso o laico. Se vuoi aiutarci in questa campagna puoi:
aderire alla causa su Facebook e diffonderla tra i tuoi contatti firmare la petizione online su
http://firmiamo.it/sepolture scaricare, firmare e diffondere il documento in pdf da questo link: http://www.ciaolapo.it/component/option,com_docman/Itemid,89/task,doc_download/gid,218/
e
La Quercia Millenaria

giovedì 14 maggio 2009

... futuro???

Con questo post, non voglio fare la radiocronaca di quella che è stata la vicenda più traumatica, più agghiacciante e sicuramente più discussa del mio paese, l'Antella: la morte di Giulia, uccisa da Lapo che poi a sua volta si è tolto la vita!
Non conoscevo personalmente Giulia, ma il fatto che in qualche modo facesse parte della vita di mia sorella, mi ha coinvolto, anche perché ritengo impossibile riuscire a restare indifferenti davanti ad un gesto così estremo e quindi, scansando quelli che sono stati, che sono e che saranno i pettegolezzi del paese, mi sono soffermata a pensare e ripensare.

Per quanto uno possa indagare, sarà sempre impossibile riuscire a capire cosa è scattato nella testa di Lapo, che significato aveva per lui l'amore verso questa ragazza, quando ha deciso di andarla a prendere a casa munito di coltello ma anche di regalo, con un qualcosa dentro che lei non avrebbe mai utilizzato!

Ma non è altrettanto impossibile calarsi nei panni dei genitori.

Cosa penseranno i genitori di Giulia, vittoriosi nell'esser riusciti a far crescere la loro figlia nella normalità, con sani principi, alla detta di tutti una bravissima ragazza, come dice mia sorella, gentile e sempre sorridente, ma allo stesso tempo sconfitti dalla vita, dal destino, dal sospetto del padre che aveva intuito qualcosa ma non abbastanza da poter riuscire a convincere Giulia dal non andare.

Cosa penseranno i genitori di Lapo che per giorni, mesi hanno avuto a che fare con un ragazzo che, apparentemente era tranquillo, ma che dentro di sé maturava un istinto omicida; suo padre che vive nel rimorso del "come ho fatto a non accorgermi mai di niente". Loro che saranno sempre indicati come "i genitori di quello che ha ucciso Giulia", loro che si porteranno addosso, nel cuore, per tutta la vita, il senso di colpa nei confronti dei genitori di Giulia.

Ma quanto è grande la responsabilità di noi genitori? Siamo vittime o carnefici? Per quanto si possa riuscire a stare dietro a questi figli, per quanto si possa fare sacrifici su sacrifici per garantire loro un'esistenza serena, cercando di guardarti sempre alle spalle per scampare al pericolo della droga, della cattiva amicizia, delle corse in auto .. per quanto tutto questo e ancora di più, succede poi qualcosa per cui ti rendi conto che non è bastato, non è servito a niente, tutto è stato vano e a quel punto è insostenibile, inaccettabile la tua responsabilità per "omissione di supporto e di soccorso".

La cosa che mi spaventa di più è che oggi i nostri figli non crescono più giocando a nascondino, a scambiarsi le figurine, a tirare le pallonate al muro, a fare mega girate in motorino fra i boschi, a chicchierare ore e ore davanti al bandone della casa del popolo .. oggi sono impregnati da facebook, da pc, dai cellulari che hanno sempre in mano; hanno amicizie virtuali, si scambiano opinioni con gli sms, parlano attraverso il "cosa stai pensando" di facebook, comunicano con le e-mail .. tutti pezzetti di vita, buttati in qua e là, arruffati, senza avere il contatto, quello vero, quello pelle a pelle, quello dello sguardo negli occhi, quello delle parole scambiate a pochi cm di distanza ... quello della vita vera!

Questa è la vita che oggi si prospetta ai miei figli e per questo il loro futuro mi fa paura, tanta ..!

mercoledì 22 aprile 2009

... in campo!

Siamo partiti io e Pierino sabato mattina, muniti da saccoapelo e canadese (gentilmente concessi da una coppia di amici) per dare il nostro aiuto come volontari presso la Tendopoli di Acquasanta, allestita all'interno dello Stadio di Rugby de L'Aquila. Come dicevano loro lì ... siete venuti in luna di miele!
Non avrei mai creduto che un'esperienza del genere mi potesse arricchire così tanto, tanto da esserne scossa ancora oggi, tanto da pensare di riorganizzarci per tornare ancora laggiù.
Come siamo arrivati siamo stati subito accolti a braccia aperte e messi subito all'opera all'interno del "magazzino" di abbigliamento immersi da scatoloni, mutande, maglie, magliette, pantaloni ... Un impegno sfrenato interrotto dalle pause pranzo e cena durante le quali abbiamo potuto conoscere gli altri volontari (altri di Firenze, di Torino e di Roma) e gli organizzatori della raccolta, cittadini Aquilani sfollati.



In tutto quel tempo ho potuto assorbire come una spugna tutta la tristezza, l'angoscia e la devastazione di questa povera gente: non dimenticherò mai gli occhi dell'Arch. Giovanni (sfollato volontario) che si riempivano di lacrime appena parlava della sua città e che trovava conforto in alcune bustine di zucchero che la raffiguravano nel pieno della sua bellezza e che, come souvenir, ha voluto regalare anche a me e Pierino; incredibile è stato vedere come accarezzava quelle immagini come fossero parte del suo cuore.
Devastante è stata la giornata di domenica quando, come addetta al magazzino, dovevo riempire le "buste della spesa" con mutande, calzini, canottiere, pigiami, golf, pantaloni ... e l'angoscia che mi montava quando non riuscivo a trovare niente oppure qualcosa di decente, qualcosa di dignitosaogiusto per dare un po' di conforto a coloro che stavano al di là della barricata, senza correre il rischio di mortificare ancora di più nella consapevolezza di far indossare loro abiti di chissà chi! E nessuno mai mi ha fatto sentire tanto bene, quanto quella signora che è venuta a chiedere uan cintura per suo marito che perdeva i pantaloni; sembrava che avesse chiesto la luna, ma poi mi sono ricordata che la mattina avevo sballato uno scatolone e che lì dentro c'era proprio una cintura (l'unica) da uomo. La felicità nell'averla ritrovata non è stata mai abbastanza quanto quella di averla data a quella signora, nella consapevolezza di averla "fatta ricca" ... è bastato una cintura per sollevare un' anima dalle tenebre!
Non sarei mai venuta via da lì .. e quando è arrivato il momento è come se il mio tempo si fosse interrotto!
Mentre ero lì non ho avuto modo di elaborare, metabolizzare l'ambiente ... l'elaborazione è iniziata appena ho messo piede in casa ed ho ritrovato i miei bimbi, quando mi sono distesa sfinita sul letto ed ho capito quanto la nostra realtà in quel momento stridesse con quella appena vissuta. E questo è stato insopportabile !
Ho trascorso la giornata di lunedì completamente stordita ed appena la mia mente si fermava davanti alla quotidianità, i miei occhi piangevano in modo incontrollato!
Ma poi alla fine l'elaborazione è stata veloce e maggiore è stata la sensazione di aver fatto la cosa giusta, cosicché oggi sono felice di tutto questo, felice di aver conosciuto ragazzi volontari fantastici, felice di aver dato un po' di aiuto materiale a coloro che di quei magazzini hanno fatto la loro vita ... felice di aver bevuto tutto quel vino intorno a quel tavolone insieme agli Aquilani, a ridere, scherzare, a smorzare quell'atmosfera irrespirabile, a profanare la tristezza di quelle giornate!
Il tempo non è stato molto ma credo che aver cercato di far respirare agli Aquilani un po' d'aria di solidarietà possa in qaulche modo aiutarli a darsi la spinta; molti di loro non hanno più le loro radici, ma noi possiamo aiutarli a spiegare le ali e ripartire.

Ed alla faccia di tutti coloro che pensano che partire come volontari sia una forma di protagonismo piuttosto che un modo per scuotere la propria anima, invito a leggere il Blog di Anna, Aquilana terremotata rimasta senza casa e senza lavoro:
"Ieri pomeriggio sono entrata nel centro storico con una squadra di vigili del fuoco. Speravo di poter recuperare anche una sola cosa in casa mia. Anche solo la foto di mio padre. Questo non è stato possibile, essendo crollata la scala del mio palazzo. Quella che portava all'attico dove abitavo. Ma ciò che i miei occhi hanno visto, per la prima volta dopo il terremoto, è indescrivibile. Immaginate i luoghi della vostra anima, della vostra vita, della vostra memoria trasformati in una spianata di macerie, con pochissimi punti di riferimento. In quel momento ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ho rivisto mia nonna affacciata alla finestra che chiamava me bambina per il pranzo.Papà che mi prendeva per mano e mi accompagnava a scuola. Me stessa che uscivo, vestita da suorina bianca per andare alla Prima Comunione. Cose piccole, ma la mia vita. Ed ho compreso la perdita di identità. La perdita di tutto. Un lutto immane. Comune. Ma terribilmente individuale. La tua esistenza che si accartoccia. E frana..."

http://miskappa.blogspot.com/

martedì 14 aprile 2009

"Questa tenda è il Paradiso"

Ascoltai questa incredibile testimonianza alla TV il giorno successivo al terremoto ... ed è stata proprio questa vecchietta, che può rappresentare la nonna di tutti, a farmi scattare qualcosa dentro!


"purtroppo io sono giunta alla fine della mia vita... ho 81 anni... non avrei mai pensato che il mio pianoforte non avesse più gambe, che i miei libri, tanti libri, cadessero tutti per terra, uno dietro l'altro, che la mia biancheria, con i merletti, fosse profanata... e ho pregato... e ho urlato chiedendo aiuto... e mi hanno ascoltata... mi hanno sentita".

mercoledì 8 aprile 2009

... destinazione ABRUZZO!


Le immagini agghiacianti alla televisione, i media in esplosione di notizie, macerie dappertutto ... è come se il terremoto fosse entrato in casa nostra e così davanti a tanta disperazione è impossibile rimanere indifferenti!
A me e Giampiero ci ha accomunato un unico pensiero ..."ci sarebbe da mollare tutto e andare laggiù!".
E così, sfruttando la sua tanto "odiata" patente C, Pierino si è offerto volontario per il trasporto di materiale vario ed io sarò la sua accompagnatrice (come in tutte le ns esperienze di vita!).
Tutto questo tramite il Centro sportivo Rugby di Firenze, riferimento che ho trovato tramite Facebook nel Gruppo "AIUTIAMO LE VITTIME DEL TERREMOTO", dove vengono indicate tutte le province in cui raccolgono del materiale utile e necessario per i terremotati.
Il C.S. Rugby, raccoglie prevalentemente vestiti per neonati, bambini, adulti e così tramite un passaparola, sfruttando anche l'asilo di Alberto e la scuola di Eva, spero di raccoglierne abbastanza o almeno quanto basta per regalare un po' di sollievo a qualche famiglia o a qualche bimbo.

venerdì 13 marzo 2009

Eva's GAG

L'altra sera ero a letto con i miei topini quando di punto in bianco Eva mi chiede: "mamma, ma se Elia fosse nato, Alberto ci sarebbe lo stesso?".
Rispondo: "Non lo so Eva ... Alberto è arrivato perchè io e il babbo avevamo ancora tanto amore da dare e perchè te desideravi tanto tanto un fratellino! Perchè me lo chiedi?".

Eva: "Perchè se s'era in due a gestire questo rompicoglioni di fratello (riferendosi ad Alberto) era parecchio meglio!"

mercoledì 4 marzo 2009

"Piccolo come un seme"



La mia vita è piccola come un seme.
Come un seme, nella mia piccolezza,
racchiudo la Vita e l’Eterno.
Come un seme, necessito di terreno fertile,
il tuo cuore, per sbocciare e aprire i miei petali.
Sono un piccolo seme dai tanti germogli, che culli con i battiti del tuo cuore
e riscaldi con la tenerezza dei tuoi ricordi.
Così io sboccerò. Sarò il tuo fiore e tu la mia acqua:

non potremo fare a meno l’uno dell’altro.
Io vivrò nel tuo presente.
Nell’oggi tuo e di chi vorrà ammirare i miei colori.
E anche se il mio profumo non è di questo mondo,
lascerò che il vento te ne porti la sensazione.
Io vivo in te. Tu vivi per me.
Questo ci renderà uniti in un tempo che non conosce spazi né limiti.
Questo e nient’altro.
Le mie radici sono ancorate al tuo Amore.
Non conta il tempo, né i giorni, né i momenti
che non ci sono stati e che tu rimpiangi.
Finché tu ci sarai, per sempre ci sarò anche io.
Mi nutro di te che sei il mio giardino.
E lascerò che i miei petali portino di nuovo la primavera.


di MARIANNA (detta "ssssia Mery")

Dedicato a tutti i bimbi angioletti.




Un regalo al mio cuore

Inizialmente non riuscivo a farmi una ragione alla perdita del mio bambino, ma poi ho capito, ho capito cosa ci fosse racchiuso in quel dolore ... un grande amore! Non solo da dare ma anche da ricevere, è tramite lui che ho conosciuto tante bellissime persone, tanti genitori speciali e ognuno a modo suo, con il suo dolore, la sua forza, la sua esperienza mi ha arricchita ogni giorno di più , facendo sì che potessi mettere da parte un grande tesoro, unico, inestimabile .. l'eredità di Elia!

Fra tutte queste persone, una in particolare è entrata nel mio cuore, facendosi posto e mettendosi lì in prima fila, assicurandosi un posto esclusivo; l'ha fatto con la sua dolcezza, con la sua comprensione, con il suo cuore grande grande, con la sua tenacia, con la sua caparbietà ... nel rispetto di un disegno più grande di noi, nel rispetto della perdita dei nostri splendidi angioletti, Elia e Linda!

Il simbolo di questa amicizia è racchiuso oltre che nel mio cuore anche in un ciondolino che Ilaria mi ha regalato per Natale, un regalo al mio cuore, un regalo unico e prezioso come il nostro legame; un ciondolino un po' "birichino", che ha già alle spalle una lunga storia fatta di smarrimento, di rottura di braccialetti, di pellegrinaggi dall'orefice .. insomma un ciondolino adrenalinico, un po' come il nostro modo di essere!
Un ciondolino esclusivo che accomuna noi mamme speciali , che accomuna i nostri pensieri, perchè ogni volta che lo guardo e ogni volta che lo sento tentennare il mio ricordo va verso Elia, un ciondolino che riesce, in un unico istante, far salire tanti occhi al cielo e mandare un pensiero d'amore ai nostri tanti, troppi, bimbi in cielo!

GRAZIE ILARIA!









lunedì 2 marzo 2009

La scrittura .. la mia cura

Provo, sento, vedo .... e poi scrivo!
La scrittura è stata la mia cura, la mia terapia nell'elaborazione delle mie esperienze di vita negative, tramite la scrittura riesco a rappresentare i miei pensieri, il mio stato d'animo e lo faccio di getto, a scapito della grammatica e della logica.
E' stato il modo migliore per esternare il mio dolore dopo la perdita di Elia ed è stato il modo in cui sono entrata in contatto e sono riuscita ad interagire con le decine di mamme che si interfacciano nei forum, è stato il modo per far capire agli altri, ciò che ho provato e che provo, è stato un po' come rompere una diga e dar sfogo a tutte le mie sensazioni.
Mi sono accorta di quanto mi facesse sentire bene scrivere durante il periodo di mancata maternità di Elia, quando davanti a quel monitor iniziai a scivere, scrivere e-mail, a volte indirizzate non so a chi, a volte con un senso, a volte no, a volte rabbiose, a volte disperate ... ma è così che è iniziata la mia elaborazione personale al lutto!
Da lì in poi non mi sono più fermata, quindi ho continuato scrivendo sui forum, poi raccogliendo le mie memorie su un quadernino, poi concretizzandole sul blog e infine scrivendo un "libro"; non conta se ciò che scaturisce dal mio cuore sia o meno letto da qualcuno, non mi interessa il compiacimento degli altri, non mi interessa che gli altri sappiano, ma mi interessa animare in qualche modo i miei pensieri, falli uscire dalla oscurità della mia scatola cranica e renderli vivi ... solo così riesco veramente a liberarmi delle mie emozioni, siano esse positive o negative ... solo così sono riuscita a rendere "vivo" il mio bambino!

giovedì 19 febbraio 2009

"Il primo respiro" (Le premier cri)



"Secondo una leggenda talmudica, quando un bambino nasce possiede la conoscenza di tutte le vite precedenti. Un angelo appare e lo istruisce a mantenere questo segreto. Pone il dito sulle labbra del bambino che dimentica tutto. Una traccia del gesto dell'angelo rimane: è il piccolo solco tra le labbra e il naso... Soltanto a questo punto il bambino può emettere il primo grido"

Così si conclude questo bellissimo documentario, del regista Gilles De Maistre che per tre anni , quindici mesi di riprese, riprende, elabora e racconta dieci storie, dieci paesi… ma nove mesi per tutti!

"Il primo respiro" racconta la storia più universale di tutte: la nascita di un bambino, con un filo conduttore originale e unico, ovvero l'eclissi solare del 29 marzo 2006. E così, mentre noi eravamo a naso in sù, in ogni angolo del mondo, toccando le più diverse culture, tutte le gestanti si univano nell'unico gesto universale, rappresentato dalla nascita. La cosa eccezionale è che non esiste una vera e propria ricostruzione dei fatti, viene cioè fatto vedere allo spettatore ciò che il regista ha vissuto realmente in quelle 48 ore, il tutto contornato dall'universalità dei simboli quali la pancia, i pianeti, l'acqua, il sole, la terra, il ghiaccio, il deserto!

Si percorre in lungo e in largo il nostro Pianeta: dal messico, alla siberia; dalla Tanzania con la tribù dei Masai, all'India; dal Giappone al Vietnam; dal deserto, alla comunità Americana, fino ad arrivare a Parigi!

Nel guardare questo film, ho provato le più varie sensazioni, dalla rabbia per la scelta della mamma americana che decide di partorire all'interno di una comunità di 10 persone, senza l'aiuto di nessun supporto medico, dando vita a quella che lei chiama "nascita libera", rischiando così di mettere a repentaglio la sua vita ma soprattutto quella del bambino; alla tenerezza per la mamma indiana che pur non avendo le disponibilità economiche per affrontare un parto in ospedale, decide comunque di affidarsi ad un 'ostetrica del paese; all'idillio nel vedere il parto delle madri messicane insieme ai delfini, perfetti medici ostetrici, che con i loro versi emettono ultrasuoni che danno sicurezza al bambino al momento del parto; alla tristezza nel cuore davanti al parto della madre nel deserto che si vede costretta a veder morire il proprio bambino; alla "fabbrica di bambini" in Vietnam, dove nascono più di 45.000 bambini l'anno; fino ad arrivare alla nostra più vicina realtà sociale, quella francese, in cui una mamma ballerina di cabaret, danza fino al giorno prima del parto, avvenuto poi regolarmente all'interno di un ospedale.

Si vedono padri che vengono esclusi per scelta della società, padri che si escludono per cultura, padri invece che toccano subito con mano la nascita del proprio figlio.

Un film bellissimo, vissuto intensamente, da una come me che sente e ha sentito la maternità come l'esperienza più unica della sua vita, in cui amore e poesia pura si amalgano facendoci vivere completamente ciò che appartiene a tutti: la nascita.

"Le basterà assecondare il suo istinto di donna e nessuno, meglio di lei, saprà cosa fare".











Le emozioni che ho provato vedendo questo film me le porto ancora dietro, sarà anche perchè le ho potute condividere con due donne che hanno un ruolo molto importante nella mia vita, la mia sorella e la mia amica Ilaria, avendo così la possibilità di esternare tutto il mio entusiasmo davanti a quei vagiti ma anche libera di stare in silenzio, davanti alla morte di quel bambino, rispecchiandomi totalmente negli occhi apatici, inespressivi, increduli di quella mamma.

giovedì 12 febbraio 2009

"Chiedete scusa a Beppino Englaro"

di ROBERTO SAVIANO

DA ITALIANO sento solo la necessità di sperare che il mio paese chieda scusa a Beppino Englaro. Scusa perché si è dimostrato, agli occhi del mondo, un paese crudele, incapace di capire la sofferenza di un uomo e di una donna malata. Scusa perché si è messo a urlare, e accusare, facendo il tifo per una parte e per l'altra, senza che vi fossero parti da difendere.
Qui non si tratta di essere per la vita o per la morte. Non è così. Beppino Englaro non certo tifava per la morte di Eluana, persino il suo sguardo porta i tratti del dolore di un padre che ha perso ogni speranza di felicità - e persino di bellezza - attraverso la sofferenza di sua figlia. Beppino andava e va assolutamente rispettato come uomo e come cittadino anche e soprattutto se non si condividono le sue idee. Perché si è rivolto alle istituzioni e combattendo all'interno delle istituzioni e con le istituzioni, ha solo chiesto che la sentenza della Suprema Corte venisse rispettata.
Senza dubbio chi non condivide la posizione di Beppino (e quella che Eluana innegabilmente aveva espresso in vita) aveva il diritto e, imposto dalla propria coscienza, il dovere di manifestare la contrarietà a interrompere un'alimentazione e un'idratazione che per anni sono avvenute attraverso un sondino. Ma la battaglia doveva essere fatta sulla coscienza e non cercando in ogni modo di interferire con una decisione sulla quale la magistratura si stava interrogando da tempo.
Beppino ha chiesto alla legge e la legge, dopo anni di appelli e ricorsi, gli ha confermato che ciò che chiedeva era un suo diritto. È bastato questo per innescare rabbia e odio nei suoi confronti? Ma la carità cristiana è quella che lo fa chiamare assassino? Dalla storia cristiana ho imparato ha riconoscere il dolore altrui prima d'ogni cosa. E a capirlo e sentirlo nella propria carne. E invece qualcuno che nulla sa del dolore per una figlia immobile in un letto, paragona Beppino al "Conte Ugolino" che per fame divora i propri figli? E osano dire queste porcherie in nome di un credo religioso. Ma non è così. Io conosco una chiesa che è l'unica a operare nei territori più difficili, vicina alle situazioni più disperate, unica che dà dignità di vita ai migranti, a chi è ignorato dalle istituzioni, a chi non riesce a galleggiare in questa crisi. Unica nel dare cibo e nell'essere presente verso chi da nessuno troverebbe ascolto. I padri comboniani e la comunità di sant'Egidio, il cardinale Crescenzio Sepe e il cardinale Carlo Maria Martini, sono ordini, associazioni, personalità cristiane fondamentali per la sopravvivenza della dignità del nostro Paese.

Conosco questa storia cristiana. Non quella dell'accusa a un padre inerme che dalla sua ha solo l'arma del diritto. Beppino per rispetto a sua figlia ha diffuso foto di Eluana sorridente e bellissima, proprio per ricordarla in vita, ma poteva mostrare il viso deformato - smunto? Gonfio? - le orecchie divenute callose e la bava che cola, un corpo senza espressione e senza capelli. Ma non voleva vincere con la forza del ricatto dell'immagine, gli bastava la forza di quel diritto che permette all'essere umano, in quanto tale, di poter decidere del proprio destino. A chi pretende di crearsi credito con la chiesa ostentando vicinanza a Eluana chiedo, dov'era quando la chiesa tuonava contro la guerra in Iraq? E dov'è quando la chiesa chiede umanità e rispetto per i migranti stipati tra Lampedusa e gli abissi del Mediterraneo. Dove, quando la chiesa in certi territori, unica voce di resistenza, pretende un intervento decisivo per il Sud e contro le mafie.
Sarebbe bello poter chiedere ai cristiani di tutta Italia di non credere a chi soltanto si sente di speculare su dibattiti dove non si deve dimostrare nulla nei fatti, ma solo parteggiare. Quello che in questi giorni è mancato, come sempre, è stata la capacità di percepire il dolore. Il dolore di un padre. Il dolore di una famiglia. Il "dolore" di una donna immobile da anni e in una condizione irreversibile, che aveva lasciato a suo padre una volontà. E persone che neanche la conoscevano e che non conoscono Beppino, ora, quella volontà mettono in dubbio. E poco o nullo rispetto del diritto. Anche quando questo diritto non lo si considera condiviso dalla propria morale, e proprio perché è un diritto lo si può esercitare o meno. È questa la meraviglia della democrazia. Capisco la volontà di spingere le persone o di cercare di convincerle a non usufruire di quel diritto, ma non a negare il diritto stesso. Lo spettacolo che di sé ha dato l'Italia nel mondo è quello di un paese che ha speculato sull'ennesima vicenda. Molti politici hanno, ancora una volta, usato il caso Englaro per cercare di aggregare consenso e distrarre l'opinione pubblica, in un paese che è messo in ginocchio dalla crisi, e dove la crisi sta permettendo ai capitali criminali di divorare le banche, dove gli stipendi sono bloccati e non sembra esserci soluzione. Ma questa è un'altra storia. E proprio in un momento di crisi, di frasi scontate, di poco rispetto, Beppino Englaro ha dato forza e senso alle istituzioni italiane e alla possibilità che un cittadino del nostro Paese, nonostante tutto, possa ancora sperare nelle leggi e nella giustizia. Sarebbe bello se l'epilogo di questa storia dolorosa potesse essere che in Italia, domani, grazie alla battaglia pacifica di Beppino Englaro, ciascuno potesse decidere se, in caso di stato neurovegetativo, farsi tenere in vita per decenni dalle macchine o scegliere la propria fine senza emigrare. È questa l'Italia del diritto e dell'empatia - di cui si è già parlato - che permette di rispettare e comprendere anche scelte diverse dalle proprie, un'Italia in cui sarebbe bellissimo riconoscersi.
Da "La Repubblica" - 12 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

L'"uomo del Metano"

Mani calde e grandi, occhi verdi, fisico imponente, alto e grosso ... così era il mio nonno! Tifoso della Fiorentina e della Ferrari, appassionato di auto, amava le tagliatelle al sugo e il vino rosso, legato al suo inseparabile quotidiano "La Nazione" che leggeva dalla A alla Z tutti i giorni e al quale ha volto lo sguardo anche ultimamente quando stava male, fautore, sostenitore e trasportatore del metano che è stato il suo più fedele compagno di vita.


Dopo un percorso lunghissimo e intensissimo, squartato dal dolore della perdita dei due figli, ripagato dall'amore infinito che lo legava alla mia super nonna ...il nonno Nanni, domenica mattina ha deciso di interrompere la sua vita, diventata troppo insopportabile.
"93 anni sono tanti", è la frase che ci siamo imposti, detti, sussurrati in questi giorni e anche se questo rappresenta il normale corso della vita, il nonno resta comunque l'emblema del legame col mio babbo, il "come sarebbe stato il babbo fra 30 anni!". Si chiude così un capitolo importante della vita di tutti noi, una perdita che lascia una malinconia che va la di là della sua scomparsa, una perdita che lascia disarmata la mia nonna, rimasta forte ma solitaria.
Voglio però ricordare questi giorni con un pensiero straordinario di Eva che domenica sera, mentre eravamo a letto ha esordito dicendomi: "certo mamma che lassù sono una banda .. il nonno Ruggero, il nonno Piero, il nonno Nanni e il mio fratello. Ci pensano loro a metterlo in riga!" "O forse è lui che mette in riga loro!"

lunedì 2 febbraio 2009

1° Congresso Internazionale CiaoLapo + SANDS

Sono stata molto assente dal mio blog, il mese di gennaio è stato estremamente impegnativo trascorso fra le influenze di Alberto, l'aggravamento delle condizioni del mio nonno, la gamba rotta del Capo ed infine la preparazione della mia "relazione" da esporre nella terza giornata del Convegno Internazionale di CiaoLapo + Sands, sul supporto psicologico da dare in caso di morti in utero e perinatali.
Ho partecipato come spettatrice anche alla 1° giornata dove sono intervenuti i genitori di Dario e i genitori dei tre gemellini Paolo, Gabriele e Linda; inutile dire quanto le loro storie mi siano arrivate dritte al cuore e quanto abbiano scosso in me quel senso di tristezza, di dolore, di ricordo che mi hanno accompagnata per tutta la giornata, costringendomi a crollare rovinosamente sul cuscino subito dopo cena.

Ho tracorso il sabato in piena tranquillità, sempre col pensiero rivolto a quei genitori ma anche con l'ansia del mio intervento del giorno dopo, è la prima volta che mi viene chiesto di parlare esplicitamente della mia esperienza e di Elia, un'occasione più unica che rara in cui far conoscere ad una piccolissima parte del mondo che il mio bambino è esistito, mi sono sentita gravata di una grossa responsabilità legata appunto a far arrivare il mio messaggio legato ai rimpianti, ai ricordi, alle "mancanze" di quei momenti, del dopo, del durante, di oggi ... senza richiare di dover rischiare di offendere la categoria delle operatrici sanitarie. Ho preparato la mia relazione nei minimi dettagli, cercando dal mio punto di vista, di far emergere con chiarezza ciò che mi è mancato allora e che di conseguenza pesa sul mio petto come un macigno, ancora oggi a distanza di 4 anni e mezzo!
Sono così arrivata a domenica mattina, sono entrata in quella sala dove erano presenti le ostetriche e gli psicologi, nonché Claudiua e Alfredo, Barbara (venuta apposta per me, un grande gesto di amicizia), la mitica Marianna e Federica (mamma interprete) oltre a Sue e Alix, le due fondatrici dell'associazione inglese SANDS.
Mi confortava il fatto di non esser sola, ma di avere con me il mio Pierino e la mia sorella ...è arrivato poi il mio momento, il cuore mi batteva a mille ... ho aperto il file in power point, sulla schermo è apparsa la prima scritta "Elia, 22 agosto 2004" ... la mia voce si è spezzata in due ... poi sono bastati pochi secondi e poi, come dice Pierino "hai pigiato il play" e non mi sono fermata più, dimenticandomi ahimè anche di Federica che doveva interpretare la mia storia a Sue e Alix. Avrei parlato all'infinito, ma il tempo ovviamente era ristretto, ho cercato quindi di concentrarmi sugli aspetti per me più importanti ed ancora oggi fonte di rimpianti e di rimorsi ...


Alla fine un grande applauso generale e con grande stupore, Sue ed Alix sono venute a congratularsi con me e mi hanno proposto di entrare a far parte di un progetto futuro di training rivolto ai genitori!
Ma non è stao l'applauso o il compiacimento nell'esser riuscita nel mio intento, quanto il fatto che finalmente la gente ha saputo, ha saputo che Elia è esistito, ha saputo quanto la sua mamma ed il suo babbo hanno sofferto della sua perdita e della sua mancanza, quanto questo bambino resti oggi un pesantissimo macigno legato al mancato ricordo tangibile, in quanto nell'impossibilità di poterlo vedere in una foto, di una sua impronta, del suo mancato abbraccio, del non averlo coccolato, così come invece sarebbe dovuto essere nel rispetto di quel legame viscerale che c'è fra una mamma ed il suo bambino.
Un'esperienza incredibile, che mi ha toccato il cuore e che spero possa esser servita a qualcuno, quel qualcuno che un giorno forse si troverà a gestire una MIF e lo farà nel ricordo del mio Elia e in suo nome cercherà di non trascurare niente in modo tale che quel bambino e la sua mamma possano lasciarsi e salutarsi per sempre, con quella serenità e rispetto che merita ogni inscindibile amore che lega due esseri umani ... soprattutto quando si tratta di una madre e di un figlio.