mercoledì 22 aprile 2009

... in campo!

Siamo partiti io e Pierino sabato mattina, muniti da saccoapelo e canadese (gentilmente concessi da una coppia di amici) per dare il nostro aiuto come volontari presso la Tendopoli di Acquasanta, allestita all'interno dello Stadio di Rugby de L'Aquila. Come dicevano loro lì ... siete venuti in luna di miele!
Non avrei mai creduto che un'esperienza del genere mi potesse arricchire così tanto, tanto da esserne scossa ancora oggi, tanto da pensare di riorganizzarci per tornare ancora laggiù.
Come siamo arrivati siamo stati subito accolti a braccia aperte e messi subito all'opera all'interno del "magazzino" di abbigliamento immersi da scatoloni, mutande, maglie, magliette, pantaloni ... Un impegno sfrenato interrotto dalle pause pranzo e cena durante le quali abbiamo potuto conoscere gli altri volontari (altri di Firenze, di Torino e di Roma) e gli organizzatori della raccolta, cittadini Aquilani sfollati.



In tutto quel tempo ho potuto assorbire come una spugna tutta la tristezza, l'angoscia e la devastazione di questa povera gente: non dimenticherò mai gli occhi dell'Arch. Giovanni (sfollato volontario) che si riempivano di lacrime appena parlava della sua città e che trovava conforto in alcune bustine di zucchero che la raffiguravano nel pieno della sua bellezza e che, come souvenir, ha voluto regalare anche a me e Pierino; incredibile è stato vedere come accarezzava quelle immagini come fossero parte del suo cuore.
Devastante è stata la giornata di domenica quando, come addetta al magazzino, dovevo riempire le "buste della spesa" con mutande, calzini, canottiere, pigiami, golf, pantaloni ... e l'angoscia che mi montava quando non riuscivo a trovare niente oppure qualcosa di decente, qualcosa di dignitosaogiusto per dare un po' di conforto a coloro che stavano al di là della barricata, senza correre il rischio di mortificare ancora di più nella consapevolezza di far indossare loro abiti di chissà chi! E nessuno mai mi ha fatto sentire tanto bene, quanto quella signora che è venuta a chiedere uan cintura per suo marito che perdeva i pantaloni; sembrava che avesse chiesto la luna, ma poi mi sono ricordata che la mattina avevo sballato uno scatolone e che lì dentro c'era proprio una cintura (l'unica) da uomo. La felicità nell'averla ritrovata non è stata mai abbastanza quanto quella di averla data a quella signora, nella consapevolezza di averla "fatta ricca" ... è bastato una cintura per sollevare un' anima dalle tenebre!
Non sarei mai venuta via da lì .. e quando è arrivato il momento è come se il mio tempo si fosse interrotto!
Mentre ero lì non ho avuto modo di elaborare, metabolizzare l'ambiente ... l'elaborazione è iniziata appena ho messo piede in casa ed ho ritrovato i miei bimbi, quando mi sono distesa sfinita sul letto ed ho capito quanto la nostra realtà in quel momento stridesse con quella appena vissuta. E questo è stato insopportabile !
Ho trascorso la giornata di lunedì completamente stordita ed appena la mia mente si fermava davanti alla quotidianità, i miei occhi piangevano in modo incontrollato!
Ma poi alla fine l'elaborazione è stata veloce e maggiore è stata la sensazione di aver fatto la cosa giusta, cosicché oggi sono felice di tutto questo, felice di aver conosciuto ragazzi volontari fantastici, felice di aver dato un po' di aiuto materiale a coloro che di quei magazzini hanno fatto la loro vita ... felice di aver bevuto tutto quel vino intorno a quel tavolone insieme agli Aquilani, a ridere, scherzare, a smorzare quell'atmosfera irrespirabile, a profanare la tristezza di quelle giornate!
Il tempo non è stato molto ma credo che aver cercato di far respirare agli Aquilani un po' d'aria di solidarietà possa in qaulche modo aiutarli a darsi la spinta; molti di loro non hanno più le loro radici, ma noi possiamo aiutarli a spiegare le ali e ripartire.

Ed alla faccia di tutti coloro che pensano che partire come volontari sia una forma di protagonismo piuttosto che un modo per scuotere la propria anima, invito a leggere il Blog di Anna, Aquilana terremotata rimasta senza casa e senza lavoro:
"Ieri pomeriggio sono entrata nel centro storico con una squadra di vigili del fuoco. Speravo di poter recuperare anche una sola cosa in casa mia. Anche solo la foto di mio padre. Questo non è stato possibile, essendo crollata la scala del mio palazzo. Quella che portava all'attico dove abitavo. Ma ciò che i miei occhi hanno visto, per la prima volta dopo il terremoto, è indescrivibile. Immaginate i luoghi della vostra anima, della vostra vita, della vostra memoria trasformati in una spianata di macerie, con pochissimi punti di riferimento. In quel momento ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ho rivisto mia nonna affacciata alla finestra che chiamava me bambina per il pranzo.Papà che mi prendeva per mano e mi accompagnava a scuola. Me stessa che uscivo, vestita da suorina bianca per andare alla Prima Comunione. Cose piccole, ma la mia vita. Ed ho compreso la perdita di identità. La perdita di tutto. Un lutto immane. Comune. Ma terribilmente individuale. La tua esistenza che si accartoccia. E frana..."

http://miskappa.blogspot.com/

martedì 14 aprile 2009

"Questa tenda è il Paradiso"

Ascoltai questa incredibile testimonianza alla TV il giorno successivo al terremoto ... ed è stata proprio questa vecchietta, che può rappresentare la nonna di tutti, a farmi scattare qualcosa dentro!


"purtroppo io sono giunta alla fine della mia vita... ho 81 anni... non avrei mai pensato che il mio pianoforte non avesse più gambe, che i miei libri, tanti libri, cadessero tutti per terra, uno dietro l'altro, che la mia biancheria, con i merletti, fosse profanata... e ho pregato... e ho urlato chiedendo aiuto... e mi hanno ascoltata... mi hanno sentita".

mercoledì 8 aprile 2009

... destinazione ABRUZZO!


Le immagini agghiacianti alla televisione, i media in esplosione di notizie, macerie dappertutto ... è come se il terremoto fosse entrato in casa nostra e così davanti a tanta disperazione è impossibile rimanere indifferenti!
A me e Giampiero ci ha accomunato un unico pensiero ..."ci sarebbe da mollare tutto e andare laggiù!".
E così, sfruttando la sua tanto "odiata" patente C, Pierino si è offerto volontario per il trasporto di materiale vario ed io sarò la sua accompagnatrice (come in tutte le ns esperienze di vita!).
Tutto questo tramite il Centro sportivo Rugby di Firenze, riferimento che ho trovato tramite Facebook nel Gruppo "AIUTIAMO LE VITTIME DEL TERREMOTO", dove vengono indicate tutte le province in cui raccolgono del materiale utile e necessario per i terremotati.
Il C.S. Rugby, raccoglie prevalentemente vestiti per neonati, bambini, adulti e così tramite un passaparola, sfruttando anche l'asilo di Alberto e la scuola di Eva, spero di raccoglierne abbastanza o almeno quanto basta per regalare un po' di sollievo a qualche famiglia o a qualche bimbo.