venerdì 24 luglio 2009

Contro la legge del "murare a secco" :-)

Da brava fiorentina, amante del lampredotto, non posso non approvare il nuovo mitico Sindaco Matteo Renzi.
Articolo di Marco Gasparetti pubblicato sul Corriere della Sera del 24 luglio.

Il «disubbidien­te appuntamento» è stato fis­sato dal sindaco per la matti­na di mercoledì prossimo a Fi­renze. Data fatidica per i trip­pai della città che, con l’entra­ta in vigore della legge comu­nitaria sui «danni da alcol», non potranno più vendere i lo­ro panini accompagnati dal classico «gottino», un bicchie­re di buon vino rosso, meglio se Chianti, annaffia frattaglie. Divieto assoluto anche per i venditori di « lampredotto», un particolare tipo di trippa, costretti anch’essi a porgere al cliente alieni bicchieri di co­ca cola, aranciata o acqua mi­nerale. Un orrore per i fiorenti­ni. Sindaco MatteoRenzi in testa che, con tutta la giunta, ha annunciato il «disub­bidiente appuntamen­to» ovvero un clamo­roso atto di disobbe­dienza civile e subito dopo ha dato incarico ai suoi funzionari di studiare un’ordinan­za che vieti il divieto e blocchi «d’indecente censura».«La mattina di mer­coledì andrò da un trippaio della città - promette il sindaco - farò colazione con un panino con il lam­predotto e berrò un bicchiere di vino. Poi chiamerò a raccolta tutti i miei assessori e dirò lo­ro: mangiate e bevete».Ubbidiranno? «Certo che sì - risponde Renzi - perché non esiste fiorentino capace di sopportare il divieto a non deliziarsi, se lo vuole, con il lampredotto e il gottino. Que­sta legge è una vergogna è va assolutamente abolita. E se c’è qualche assessore che la penserà diversamente, beva pure la coca cola ed esca dalla giunta».Renzi sorride. Ma dietro quell’ironia da toscanaccio ir­refrenabile e da sindaco defi­nito dal Time l’Obama italia­no, si nasconde una determi­nazione quasi rabbiosa Rac­conta Renzi di aver passato parte della giornata a leggere e a rispondere a centinaia di messaggi su Facebook.«Cittadini incavolati come bestie. Mi hanno scritto di fer­mare quei grulli che vogliono la coca cola al posto del vino, di non far deturpare una tradi­zione che è anche un pezzo di storia di questa città. E io ho detto loro che possono contar­ci, che pure io sono imbufali­to e che non accadrà mai di poter azzannare la trippa a secco o ad acqua».Non è solo una battaglia per il gusto e i piatti tipici. Se­condo Renzi c’è anche un aspetto sociale. I chioschi dei trippai a Firenze sono un’isti­tuzione sociale. La bancarella è un presidio, in alcuni quar­tieri, dove la gente si ritrova, come nei circoli Arci o nelle case del popolo. E non è un ca­so che in uno dei manifesti elettorali del sindaco, ci fosse la foto di uno dei trippai più famosi della città, quello di Sant’Ambrogio.«Uno dei miei nonni, Ado­ne, vendeva i maiali in Valdar­no - continua Renzi - e co­nosceva tutti i chioschetti fio­rentini. Mi ci portava spesso. E da allora non ho più smes­so, di volta in volta, di man­giare trippa e gottino. Non sa­rà una stupida legge burocra­tica e senza senso a fare cam­biare abitudini a me e ai miei concittadini».Così da Palazzo Vecchio, no­vello Savonarola, il sindaco annuncia: «Io scendo in piaz­za e sfido la legge maldestra e con me la giunta. Però sono convinto che, quando mi guarderò alle spalle, non tro­verò multe e censori, ma tanti amici con il panino e il bic­chiere di vino. Tutti a brinda­re e a gridare, viva Firenze, vi­va il vino, viva la trippa e il lampredotto».


1 commento:

Anonimo ha detto...

ma vergogna. basta con la carne, barbari